martedì 13 aprile 2010

Vita e amore oltre le barriere


Padova, manifesti-provocazione. Baci e abbracci, è l’amore down

Affissioni in tutta la città con lo slogan: «E perché noi no?» L’associazione Dadi: diritto a sessualità e affettività per i disabili. (19 marzo 2010)


Una casa, un amore, la vita di coppia e anche il 
sesso. «Perchè noi no?», chiedono i ragazzi down padovani. Anzi lo strillano da manifesti e videowall che da qualche giorno tappezzano le fermate del tram e dei bus e le piazze di Padova. Un abbraccio affettuoso, un bacio tra Davide Trolese e Alessia Favaro, che sono fidanzati: questa l'immagine - provocazione ideata dall'associazione Dadi (Down, autismo e disabilità) per fare riflettere sul diritto all'autonomia e alla sessualità di quei ragazzi «con un cromosoma in più». Prima iniziativa di questo genere in Italia, l'«affissione- effusione» è stata realizzata in collaborazione con Aps Advertising, Provincia e Comune di Padova. La foto è di Ruggero Cherubini. E l'immagine di una casa vera, una coppia vera, un bacio autentico, evoca relazione, affetto, autonomia, esattamente ciò per cui da anni si batte l'associazione Dadi. «La vita integrata è un diritto per tutti - fa notare Patrizia Tolot, vicepresidente associazione Dadi - . Lavoriamo per dare loro una vita normale e la possibilità di stare insieme come qualsiasi altra coppia. Si pensa che i ragazzi down siano eterni bambini, invece abbiamo imparato proprio da loro le tappe del percorso di crescita, i bisogni e i sentimenti».
Davide Trolese, 
ballerino, attore, perfino guida turistica, spiega molto chiaramente stringendo a sè la sua Alessia: «Per noi stare insieme, in una cucina, in una casa, volerci bene senza barriere è l'affettività prima di tutto. Essere fidanzati non è solo sesso, ma essere una coppia». E i ragazzi padovani stanno portando avanti un progetto unico in Italia: «House & Work», percorsi di autonomia in tre case dove vivono a gruppi alternati, seguiti da operatori, imparando a cucinare, fare la spesa, gestire un alloggio, volersi bene. Sì, perchè oltre all'autonomia, i ragazzi, seguiti da Angelo Lascioli, psicopedagogista dell'Università di Verona, sperimentano un percorso di educazione alla sessualità, «accompagnati» nella relazione di coppia. «E' un progetto pilota - chiarisce Patrizia Tolot - da cui nascerà un libro del professor Lascioli e anche un film sull'esperienza dei ragazzi di Padova».

tratto da 
corrieredelveneto.corriere.it

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